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La Night Marathon di Jesolo vista da…dentro…


Vi propongo il racconto dell’amico Mauro che ha partecipato alla Jesolo Night Marathon in modo che si possa comprendere cosa prova “dall’interno” un appassionato della corsa che parla di aspetti che magari altri trascurano.

Sono arrivato allo start come tanti leggermente in anticipo (un’ora) e già mi sono accorto che regnava il caos. Non c’èra traccia di nessuna griglia e i runners della mezza erano mescolati con quelli della maratona.

Lo speakers è riuscito in 15 minuti a mettere in riga i più indisciplinati, pochi per la verità, poi siam partiti. Per la cronaca io sono della zona, conosco bene la laguna di Venezia, dunque non son stato colpito dall’atmosfera comunque sempre unica, peccato non ci fosse il sole, le troppe nuvole hanno nascosto il tramonto che da queste parti è sempre splendido.

Tornando alla gara ci sono voluti 15 km per sfoltire il gruppo… io cercavo quelli della maratona, volevo formare un gruppetto ma l’operazione è stata ardua. Vedevo solo quelli della mezza. Arrivati a Jesolo dopo il 21° km, la divisione quelli della mezza a destra (tantissimi) quelli della mara a sinistra (quasi nessuno). Primo viale, un retilineo di circa 3 km su strada tipo tangenziale malamente illuminata, secondo retilineo altri 3 km circa su strada per niente illuminata, buio completo (vera night marathon!) a tal punto che con altri tre sventurati siamo entrati per errore dentro ad un parcheggio di un centro commerciale allungando di circa 300m (l’ho potuto constatare dal mio fedele Garmin).

Poi ancora buio fino al rifornimento del 30° dove c’èra di tutto: banane, biscotti, integratori, the, acqua e alcune persone ad incitare, bellissima atmosfera ma chi mangia quella roba in una maratona? Altri 4/5 km di argine illuminato da candele, con la paura di beccare qualche buca ho cercato di rallentare, non riuscivo a vedere ne se avevo qualcuno davanti, ne se avevo qualcuno dietro, non si vedeva nulla.

Il rifornimento del 35° bello come quello del 30°, nessuno di quelli passati prima di me probabilmente aveva preso qualcosa, era tutto perfetto. Al 36° ho una crisi, una crisi pazzesca, di testa sto bene di fiato pure. I piedi e le caviglie (penso i tendini) cominciano a farmi sempre più male, rallento quasi mi fermo da li inizio a farmi superare.

Vanno tutti più forte di me, lì capisco che sono completamente alla frutta. Vedo il traguardo, mi riprendo e ritorno ai miei buoni ritmi. Lancio lo sprint e chiudo a 3.38.58 (real time 3.38.02). Bene è finita, cerco i banchetti che avevo saltato, ma non c’è traccia alcuna di qualcosa da mangiare (biscottini a parte) solo acqua.

E’ mezzanotte e mezza e io ho fame! C’è una tenda con una decina di lettini aspetto che qualcuno si alzi mi stendo e mi guardo attorno, ancora buio. Penso che probabilmente quelli della mezza si son portati a casa tutto anche le lampadine, fa freddo, mi cambio e torno a casa. Nel complesso sono un po deluso dalla mia prestazione prima di tutto, puntavo ad un 3.25, dall’organizzazione, e dal tempo; l’umidità era altissima e ho corso gli ultimi 6/7 km tutto bagnato ed infreddolito.

Peccato, sarà per la prossima volta.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.